Storia di una lettrice - Parte II

Tra i vari libri che avevo a disposizione da bambina, non c’erano solo le fiabe.

Un bel giorno la mia attenzione fu attratta da una serie di grandi libri apparentemente tutti uguali e dall’aspetto poco invitante ma che contenevano meraviglie. Si può dire che nel momento in cui li ho aperti io abbia scoperto un mondo: si trattava, infatti, di un’enciclopedia di storia dell’arte. Da quel momento ho cominciato, senza stancarmi e senza annoiarmi, a osservare e ad ammirare le riproduzioni dei dipinti più famosi. Cosa ci poteva essere di meglio, per una piccola e avida amante dei libri, di quei fascicoli così stupendamente illustrati? Mi immergevo nella contemplazione di misteriose dame in giardini fantastici (la Primavera di Botticelli) o di enigmatiche signore (la Gioconda di Leonardo) o di storie avventurose (San Giorgio e il Drago di Paolo Uccello)... Non potevo sapere quanto si celasse dietro a quegli splendidi dipinti, ma potevo immaginarmi delle storie su quei meravigliosi personaggi: storie che potevano riguardarli tutti insieme o singolarmente; storie che potevano rimanere immutate nella mia mente o cambiare di giorno in giorno, a seconda del mio umore.

Per me quei libri hanno rappresentato veramente una fonte di infinite suggestioni, al punto da costituire, grazie a quel gioco, il probabile punto di partenza per le storie e i racconti che nel corso della mia vita mi sono divertita a immaginare e talvolta a scrivere.


Paolo Uccello, "San Giorgio e il drago", National Gallery, Londra - Public domain, via Wikimedia Commons

A forza di sfogliare, guardare e riguardare questi libri ricordo, poi, che ero diventata molto esigente in fatto di libri illustrati e che mi infastidivo molto quando mi trovavo in mano volumi con disegni per bambini realizzati in una maniera da me giudicata troppo semplice e approssimativa!

Mio padre doveva aver notato la mia precoce passione per l'arte perché in quel periodo mi regalò un piccolo libro che raccontava la storia di Leonardo da Vinci.

Nel frattempo non vedevo l'ora di imparare a leggere e a cinque anni, finalmente, ho imparato con l'aiuto e la pazienza della mamma, ancora prima di cominciare la scuola.

Non potrò mai ringraziare abbastanza i miei genitori per la loro generosità nel regalarmi libri e mia madre per avermi aperto, grazie all’incoraggiamento dato dall’esempio e dalla sua educazione alla lettura, il vasto e infinito mondo della conoscenza e dell’immaginazione!

Leggevo per mio puro e semplice diletto, come un gioco. Per me si trattava di una cosa del tutto naturale. I caratteri dei miei primi libri erano abbastanza grandi. Seguivo le righe con un dito e leggevo lentamente, sillabando, avanzando poco per volta. Poi mi stancavo e andavo a giocare ma, prima di abbandonare il libro, con una matita facevo una segno nel punto in cui mi ero fermata, fosse anche nel bel mezzo di una frase o di una parola. Quando ritornavo alla mia lettura riprendevo esattamente da quel punto, proseguivo come se nulla fosse per qualche altra riga, poi tornavo a giocare, e così via (conservo un mio libro di quel periodo ed è effettivamente costellato di piccoli segni a matita).

Mi piaceva leggere da sola, senza dover dipendere dagli altri.

Che cosa è successo dopo?

È semplice: avendo imparato a leggere, non mi sono più fermata!

La mia storia di lettrice è attualmente (e come sempre) il mio presente che, su questo blog, ho adesso deciso di condividere con voi.

Vi farò scoprire alcune tra le letture preferite del mio passato (ricordate il secondo post del blog dedicato ai 100 libri... ebbene, sto riflettendo molto seriamente su questa selezione di libri) e, mensilmente, quelle più attuali.

Per cui, se siete curiosi, rimanete con me!

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