Incontrando Tracy

Fino a ieri mattina non avevo pensato di scrivere questo post, dal momento che ancora non sapevo che avrei incontrato Tracy Chevalier, una delle mie autrici preferite.

Apprezzo molto la sensibilità che manifesta nei confronti dell'arte, i raffinati ritratti psicologici che sempre fa dei suoi personaggi e l'attenzione che dedica alla condizione femminile nelle diverse epoche storiche e in vari contesti geografici.

Ho letto molti suoi libri e amato tantissimo "La ragazza con l'orecchino di perla", "La dama e l'unicorno", "Strane creature".

Non sapevo che Tracy Chevalier fosse nei paraggi, impegnata in un tour promozionale dedicato al suo ultimo romanzo, "La maestra del vetro", una storia fuori dal tempo dall’ambientazione tutta italiana. Ma quando ho appreso la notizia e ho verificato che sì, sarei riuscita senza alcuna difficoltà a programmare di andare alla presentazione che si sarebbe tenuta nel pomeriggio in una famosa libreria fiorentina, mi sono detta che era destino e che avrei assolutamente dovuto essere presente.

Sono arrivata in libreria un po' in ritardo, un po' di corsa e subito l'ho notata, tranquilla sotto al palco, nell'attesa di iniziare la sua presentazione. Mi ha vista giungere un po' affannata e, dal mio sorriso, deve aver capito che ero lì per lei perché ha accennato un gentile cenno di saluto. Poi subito è sparita per ricomparire, dopo pochi istanti, sul palco per rispondere alle domande poste da Martina Levato, che ho poi scoperto essere una nota booktoker.

Nel frattempo mi sono accomodata nell'unica poltroncina rimasta libera e mi sono dedicata ad ascoltare la voce, le parole, il racconto che Tracy ha fatto del suo lavoro e del suo modo di essere autrice.

Dopo aver dichiarato di stare "benissimo", con il supporto di una brava traduttrice ha parlato al suo pubblico del romanzo "La maestra del vetro", la nuova vicenda scaturita dalla sua fantasia, raccontando di come l'ispirazione le sia venuta grazie al suggerimento di un suo lettore italiano e presentandone la protagonista, Orsola. Ha raccontato poi delle sue esperienze veneziane e muranesi (Murano è il luogo nel quale si svolge questa storia), delle nuove e preziose conoscenze che ha fatto, di come abbia provato a cimentarsi nell'arte vetraia e di come abbia studiato il colorito gergo dialettale del luogo. Ha confessato il provare un po' di timore del giudizio del pubblico italiano nei confronti dell'interpretazione che ha dato della nostra società e del nostro modo di vivere, sperando che non risulti troppo stereotipata. Ha spiegato alcune scelte narrative scaturite dai preziosi consigli del suo editor e ha letto le pagine iniziali del libro.

Andando oltre, ha ricordato il momento preciso in cui ha deciso di dedicarsi definitivamente alla scrittura, ha disquisito sul tema dell'amore, ha commentato la bravura e il successo delle donne autrici e ha confidato come, dopo 25 anni dall'uscita del romanzo che l'ha resa celebre, mantenga ancora un'intima connessione con la ragazza con l'orecchino di perla, la celebre fanciulla dipinta dal pittore Vermeer, che ancora l'affascina con il mistero del suo sguardo.

Che impressione ho avuto di questa scrittrice? Quella di una donna di grande carattere.

Che cosa ho notato? Che è mancina, proprio come me.

Che cosa le ho detto nel breve momento in cui, durante il firmacopie, mi sono trovata di fronte a lei? Soltanto grazie.

Grazie per tutti i suoi libri, grazie per tutte le sue storie.

Mi sono portata a casa, come un tesoro prezioso, la copia autografata del suo nuovo romanzo.

Lo leggerò e, poi, ve ne parlerò.

E voi, cari amici, conoscete l'opera di Tracy Chevalier? Come me, amate questa autrice?

Se volete, scrivetemi e fatemi sapere.

Come sempre, sono curiosa di conoscere le vostre opinioni!


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